Il mio primo giorno di scuola

M'ha svegliato alle prime luci dell'alba e doppo una buona colazione – detta con eleganza anglosassone – ha "caàto anco l’occhi" dall’emozzione.
Così è 'niziato il giorno del debutto alle scuole elementari.

Poi mentre si lavava viso, mani e ddenti ‘nzieme a mme n’ho detto:
“Certo stai diventando propio un giovanotto: ora t’inizia la scola, ti farai novi amici e soprattutto valche amichetta del core e allora ‘un gioeremo più ‘nzieme e te mi dirai "pappà 'un posso, devo andare a gioà con la mì amichetta"”
E lù di rimando: “Ma no, pappà. Anche se c’avrò l’amichetta qualche ggiorno ti verrò a trovare
Pòtta! penza già alla convivenza luqquì!!!

Si prepara, foto di rito prima della partenza da casa e ci si avvia, "per 'un fa ttardi" come dice la mì moglie, 40 minuti prima della prima campanella.
Dopo l’attesa spasmodica, arivin finalmente le maestre, aprono ‘ccancelli e ci fanno entrare, bimbi e genitori.
Alessino, a ssù ma: “E ddài!!! dammi lo zaino che vado a scuola, io!

E’ una sagoma da gnente! E nni vò tanto bene anco per quello.